lunedì 9 luglio 2012

Terremoto Emilia 2012 agg 037

fonti DPC - INGV

Nell’ultimo periodo l’attività sismica è stata modesta con eventi di magnitudo contenuta, il più forte dei quali ha avuto magnitudo (Ml) 3.2 ed è avvenuto alle 23.02 del 1 luglio.

Il numero dei terremoti per giorno si è gradualmente ridotto. Dall’ultimo picco, registrato nei giorni 3 e 4 giugno con oltre 80 eventi al giorno, si è passati a una media giornaliera intorno ai 40 terremoti nella prima metà di giugno, a circa 20 nella seconda metà, fino ai 10 eventi giornalieri (o anche meno) degli ultimi giorni.

Anche l’energia rilasciata mostra una diminuzione importante, di circa due ordini di grandezza (cioè 100 volte in meno) tra l’inizio di giugno e i primi di luglio.


Sono circa 25.500 i sopralluoghi di agibilità svolti con scheda Aedes dalle squadre di tecnici, impegnate dal 26 maggio scorso nelle quattro province emiliane colpite dal terremoto. La maggior parte di questi, oltre 15.700, sono stati effettuati in provincia di Modena; seguono la provincia di Ferrara con circa 5700 edifici verificati, la provincia di Bologna con oltre 2400 sopralluoghi svolti e Reggio Emilia in cui le verifiche di agibilità sono state circa 1400. Rispetto al totale delle richieste di sopralluogo, restano circa 8500 domande da evadere (dato aggiornato al 5 luglio 2012). Le squadre di rilevatori al lavoro oggi sono 137.

Le schede raccolte evidenziano che per il 34, 9% gli edifici ispezionati risultano agibili (esito A), cioè possono essere utilizzati in tutte le loro parti senza pericolo per i residenti, mentre il 17,4% sono solo temporaneamente inagibili (esito B) e necessitano di lavori di rapida esecuzione per tornare ad essere abitabili. Per il 4,6% si tratta invece di edifici parzialmente inagibili (esito C), a cui si aggiunge uno 0,7% di edifici considerati temporaneamente inagibili (esito D), ovvero il cui giudizio di agibilità espresso dal rilevatore è incerto ed è quindi necessario un sopralluogo più approfondito. Il 36,2% dei sopralluoghi effettuati riguarda invece edifici inagibili per rischio strutturale (esito E), per i quali la riparazione richiederà il progetto di un tecnico per il ripristino o il rinforzo della loro capacità portante. Il restante 6,1% è riferito a edifici considerati inagibili ma per rischio esterno (esito F), poiché su di essi ne incombe un altro pericolante.

Questi sopralluoghi di agibilità in emergenza post-sismica garantiscono una valutazione temporanea e speditiva dell’edificio, formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi limitati, in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di informazioni facilmente accessibili. Tale valutazione è volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, i cittadini possano utilizzare gli edifici colpiti dal terremoto restando ragionevolmente protetti dal rischio di gravi danni. Il giudizio di agibilità post-sismica riportato in fase di emergenza nella scheda Aedes (Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica), pertanto, è cosa diversa dalla certificazione di agibilità che, in ordinario, usualmente accompagna la costruzione o la modifica delle condizioni d’uso di un edificio.

Nei territori colpiti dal terremoto continuano anche i rilievi di agibilità svolti dai Vigili del Fuoco. In particolare, la loro attività riguarda sia verifiche Aedes - quindi su edifici che presentano evidenti lesioni, crolli limitati o crolli estesi - sia verifiche speditive condotte su edifici che non presentano danni evidenti o riportano piccole lesioni. Le verifiche svolte dal Vigili del Fuoco dall’inizio dell’emergenza sono circa 53.000.

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