lunedì 31 gennaio 2011

Boati in Fadalto - agg16


Visto l'altissimo numero di contatti che sta registrando il blog è opportuno da parte mia sottolineare che le notizie che trovate riportate sono tratte da testate giornalistiche internet. Per questo motivo non possono essere confermate della notizie di cui viene riportata la fonte.
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fonte www.oggitreviso.it

BOATI: SE NE DISCUTE IN UN VERTICE IN REGIONE
Domani i tecnici udinesi preleveranno anche i dati forniti dai quattro sismografi installati venerdì scorso


VITTORIO VENETO - Ha preso avvio oggi l'analisi dei dati rilevati dai sismografi posizionati sul territorio dal Centro Ricerche Sismologiche di Udine incaricato dalla Protezione Civile e dalla Regione per la sorveglianza sismica del territorio.

Sono 5 le postazioni mobili, oltre ai sismografi fissi, che da mercoledì 26 gennaio stanno monitorando il territorio: la prima è stata posizionata in località Fadalto Basso, poi a questa se ne sono aggiunte venerdì altre quattro, una a Farra d'Alpago, una sulla Sella del Fadalto, una a nord e una sud del Lago Morto.

«A seguito degli eventi molto piccoli registrati - spiega il direttore del CRS, Paolo Comelli, riferendosi ai dati registrati dai sismografi domenica 23 gennaio - abbiamo infittito la sorveglianza posizionando una rete nel paese».

Gli esperti del Centro stanno analizzando in queste ore i primi dati rilevati dal sismografo di Fadalto Basso, mentre domani, martedì, i tecnici preleveranno anche i dati degli altri quattro sismografi mobili. «Si tratta di un'attività - spiega Comelli - che sta andando avanti».

Nella vostra esperienza vi è già capitato di monitare questo tipo di eventi? «Mi riferiscono - continua il direttore del Centro - che in passato si erano già verificati questi fenomeni nella zona, che poi sembra fossero riconducibili a dei fenomeni del carsismo. Ogni tanto in qualche valle si sentono dei rumori sospetti, ma si posizionano le radiomobili solo quando c'è qualche allarme tra la popolazione, come in questo caso».

Domani, martedì, i vertici della Polizia Locale e della Protezione Civile comunale, insieme all'assessore Mario Rosset, saranno in regione, mentre per mercoledì sera è previsto un vertice in municipio.

«Oltre alle associazioni di Protezione Civile - spiega l'assessore Rosset - ci saranno anche il dirigente regionale e quello provinciale della Protezione Civile, i delegati delle prefetture di Treviso e Belluno, il sindaco di Farra d'Alpago e il presidente della Provincia di Belluno». Gli ultimi boati, tra venerdì e sabato scorso, erano stati infatti avvertiti anche dai residenti del territorio bellunese, con il quale il Fadalto confina.

Boati in Fadalto - agg15


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fonte www.ilgazzettino.it

Treviso. Misteriosi boati sul Fadalto,
l'assessore: «Forse colpa delle piogge»
Incontro fra abitanti e amministratori per fare il punto sul giallo
delle esplosioni: «Tra sette giorni avremo la risposta»


di Bruno De Donà
TREVISO - Preoccupati, ma fiduciosi nella soluzione a tempi brevi del mistero boati. Così sono apparsi ieri mattina gli abitanti di Fadalto che hanno partecipato all’incontro con gli amministratori comunali vittoriesi per fare assieme il punto sul "giallo" delle esplosioni che si stanno susseguendo.

«È stata una riunione informativa, per illustrare a questi nostri concittadini quel che l’amministrazione sta facendo per dare una spiegazione a quanto si sta verificando. Così faremo per tutte le domeniche successive, finchè il fenomeno non verrà chiarito».

Supposizioni, ipotesi e teorie su quelle inquietanti detonazioni non mancano. Ma per ora a mancare sono le certezze. «Per questo - soggiunge l’assessore - nell’incontro non sono state fornite ulteriori informazioni sulla questione. Ma ritrovarsi assieme è servito per qualche aggiornamento sulle ricerche. C’erano, ad esempio, degli appassionati sismologi friulani, che in settimana collocheranno un apparecchio rilevatore, e che ci hanno fornito preziose informazioni sulla consistenza del terreno». Ad allontanare le preoccupazioni la conferma che i sismografi di Trichiana e Alpago non hanno segnalato attività. Dal canto suo Fasan non esclude che una spiegazione a quanto si sta rilevando possa magari esser fatta risalire alle conseguenze delle recenti abbondanti precipitazioni: «Non dimentichiamo che siamo in un sito carsico. Il Cansiglio è pieno di fosse. E l’innalzamento del lago Morto può aver riempito d’acqua la montagna».

Ma per ora l’importante è che la gente sia traquillizzata. Per l’assessore è stato importante che alla riunione abbia presenziato anche il sindaco Giannantonio Da Re: «La gente si è resa conto che stiamo facendo il possibile per risolvere il problema. Ora si punta molto sulle informazioni che ci daranno i sismografi. Dall’incrocio dei quattro punti cardinali, tracciando le diagonali si potrà stabilire se c’è un sisma e dove eventualmente è localizzato. Entro fine settimana contiamo di avere in mano i dati che si servono per far luce su questi misteriosi boati».


Considerazioni personali.
Nell'articolo si parla di sismologi amatoriali.
Non escludo che si tratti degli amici della FESN Friuli Experimental Seismic Network attivi nel mondo sismico amatoriale anche e soprattutto per lo studio delle teorie legate ai precursori sismici elettromagnetici.
Sto cercando di avere conferme del loro coinvolgimento e di capire che tipo di attrezzatura verrà installata e per quale tipo di monitoraggio.

Notizie precise confermano che fino ad ora la Regione Veneto ha emesso incarichi per il solo posizionamento di sismografi. Per quanto riguarda le altre apparecchiature (geofoni, rilevatori elettromagnetici ELF-VLF, rilevatori gas radon) sto cercando fonti certe, ma per ora sembrerebbe non esservi la presenza di questi rilevatori nella zona interessata dai boati.

Boati in Fadalto - agg14

fonte notizie.virgilio.it
Terremoti/ Boati a Fadalto, vertice per sapere se sismici
Approntati piani evacuazione, installati sismografi e geofoni


Continuano a farsi sentire i boati profondi nell'area dell'Alpago, il territorio che attraversa la pedemontana tra Vittorio Veneto, Nove, Montebelluna, tra l'Alta Trevigiana e il Bellunese. La popolazione è impaurita, tuttavia non si è ancora riusciti a stabilire una correlazione tra i rumori sordi, che di notte sembrano propagarsi dalle viscere della terra o addirittura dalla montagna, e un reale rischio sismico. In effetti, i cinque sismografi installati non hanno ancora dato un responso su eventuali movimenti tellurici. Gli strumenti sono sofisticati: si tratta di sismografi e geofoni tridimensionali posizionati in Val Lapisina e in Alpago dai tecnici dell'Istituto di Oceonografia di Trieste. Accanto ai 5 sismografi collocati a Fadalto basso, Nove, in località Gaviol, a caloniche e a Pianture, vicino a Farra d'Alpago, sono stati installati anche dei microfoni speciali che intercettano l'intensità dei boati e la provenienza. I piani di evacuazione sono stati approntati per ogni evenienza, sollecitati anche dalle preoccupazioni espresse dagli abitanti. Mercoledì, nel corso di un vertice della Protezione civile nel comune di Vittorio Veneto, si saprà finalmente qualcosa dall'esito delle registrazioni effettuate dai sismologi triestini, una volta comunicati alle prefetture di Treviso e di Belluno. Gli esperti hanno riscontrato che c'è stata qualche corrispondenza tra microscosse e boati, in particolare in una circostanza, verso le 18 di domenica 23 gennaio. Ma si trattava di una magnitudo piuttosto bassa.



fonte www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it
Vittorio Veneto, i tecnici: "Col terremoto giù 1 casa su 5"
Nelle ultime settimane aumenta la psicosi. E rispunta uno studio sismologico pubblicato da una rivista locale, che ipotizza danni molto ingenti in caso di terremoto


Il caso dei boati provenienti dal sottosuolo nei pressi di Fadalto continua ad alimentare le ipotesi degli studiosi nonché la preoccupazione dei residenti e delle istituzioni locali. Negli ultimi giorni è stato rispolverato un dossier pubblicato lo scorso anno dalla rivista 'Ingegneri del Veneto', in cui si ipotizzavano scenari poco confortanti in caso di terremoto (l'area è a rischio sismico elevato): secondo la ricerca un terzo delle abitazioni rischierebbe il crollo e una su due sarebbe inagibile.

"L'area di Vittorio Veneto - spiegano i ricercatori Dario Slejko, Alessandro Rebez e Marco Santulin - è caratterizzata da stime di scuotimento atteso del terreno superiori a quelle previste nella fascia pedemontana veneta": in altre parole, la conformazione del territorio causerebbe una propagazione sismica superiore alle località circostanti. "Vittorio Veneto detiene il massimo livello di vulnerabilità urbana - si legge ancora nella ricerca - un 'primato' che condivide con soli altri 20 comuni, sui 581 totali nel Veneto".

Intanto, mentre continuano le rilevazioni dei sismografi, si dà notizia di un vertice - previsto il prossimo mercoledì sera i sindaci di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, e di Farra d'Alpago, Floriano de Pra, si incontreranno con le rispettive protezioni civili per mettere a punto i programmi d'intervento, che comprendono anche i piani di evacuazione.

Boati in Fadalto - agg13

Fadalto,Continuano i boati tellurici nell'Alto Trevigiano
Installati 4 sismografi allerta, autorità evitano allarmismo

I boati nella notte fanno paura. Nell'area di Fadalto, nell'alto Trevigiano da un paio di giorni si avvertono degli strani e ricorrenti rumori sordi e profondi. Solo ieri ne sono stati avvertiti una dozzina, come riportano i quotidiani locali. Da Fadalto, verso Nove gli abitanti non si sentono sicuri e per questo le autorità stanno cercando di non creare allarmismo. Ma l'allarme c'è dato che sono stati installati altri quattro sismografi per catturare ogni possibile sommovimento tellurico. Dal 10 gennaio ad oggi sono stati chiaramente registrati almeno una sessantina di boati.Nelle ultime 24 ore sono stati avvertiti alle 23.26, alle 23.43 e alle 23.59 di giovedì, quindi alle 5.46 e alle 6.58 di venerdi. La zona interessata, come l'intera Alta Trevigiana, è considerata a rischio sismico medio-alto. Appartiene alla medesima area sismica che insiste sul versante centrale del Friuli, la stessa che fu colpita dai gravissimi fenomeni sismici del maggio e settembre 1976. L'area tettonica in oggetto è da considerarsi in stretta continuità con quella friulana, caratterizzata quindi da una rischiosità sismica da non trascurare e per la quale esistono precisi piani di intervento elaborati dalla Protezione Civile.


Continuano i boati misteriosi sul Fadalto:
«Pericolo frane su Visentin e Pizzoc»
Fenomeni ancora inspiegati al confine fra Treviso e Belluno
Un geologo: «Nessun sisma, forse sono crolli sotterranei»


di Bruno De Donà
TREVISO - Boati e detonazioni sul Fadalto. La cosa si è ripetuta anche ieri. Torna la paura. Che rischia di farsi psicosi lungo tutto l’asse del Fadalto. Anche perchè nella ridda di ipotesi, più o meno remote, rientra anche il rischio di crolli di pareti del Visentin e del Pizzoc. Calma. Sono ipotesi scientifiche. Ma chi abita lassù ha paura. Vuol sapere, capire. Tra coloro che si stanno interessando di quanto sta accadendo c’è il geologo Gino Lucchetta, assessore al Comune di Pieve di Soligo e vicepresidente della Comunità Montana. È lui a mettere a fuoco la situazione.

Il fenomeno si ripete. C'è una spiegazione?
«Al momento è un mistero, pur costellato da varie ipotesi. Nessuna di quelle che si sono affacciate è la più attendibile. È semmai il caso di dire che alcune sono già fuori campo».

Quali le escluse allora?
«All’inizio si era pensato ad origini superficiali, in quanto i sismografi non registravano assolutamente nulla. Ad esempio a manovre eseguite dall’Enel nelle gallerie. O magari alle cave poste a Col de Vi, sopra il Fadalto. Ma nell’uno come nell’altro caso, fatta una verifica, si è visto che i tempi non coincidevano con le ore indicate, a parte qualche casualità. I fenomeni si verificano, preferenzialmente la sera, nella fascia compresa fra le 19 e le 23 o al mattino tra le 6.30 e le 8».

Ma domenica scorsa i sismografi del Cansiglio qualcosa hanno rilevato...
«Sì, ma a dieci chilometri di profondità l’effetto si sarebbe avvertito in una fascia più estesa, per lo meno fino a Serravalle. Invece il fenomeno è stato percepito solo da Nove alla Cima del Fadalto. Quindi l’ipotesi sismica, che pur si è affacciata, non è credibile del tutto. Ma finalmente ciò ha indotto a dotare l’area di idonea strumentazione per localizzare la profondità e la zona di origine del fenomeno».

E le altre possibilità?
«Potrebbero essere crolli sotterranei di cavità carsiche. Ma è difficile crederlo, per via degli orari. Qui c’è una ripetitività regolare. Oppure potremmo trovarci davanti a possibili frane. Centinaia di metri cubi di materiale potrebbero venir giù dai versanti Col Visentin e Pizzoc. In tal caso si tratterebbe di un fenomeno di rilassamento, seguito da cedimento».

Ma sarebbe una calamità.
«Concordo che non sarebbe come veder scendere una carriola di sassi. Ma si tratterebbe di un fenomeno circoscritto su un’area assai poco abitata, con danni sostanzialmente limitati».

Si parla anche questioni legate alle falde acquifere.
«Sì, è l’idea di un mio collega: falde acquifere che si sarebbero alzate all’interno del sottosuolo della valle e si stanno aprendo nuovi percorsi».

In definitiva, di che sonno può dormire l’abitante del Fadalto?
«Non ci sono indizi per vivere nella paura. E se volessimo metterla sul piano terremoto non si sono recepiti segni paragonabili con quelli marcati e riconoscibili, registrati, ad esempio, a L’Aquila. Inoltre, mi dicono i colleghi del Dipartimento Geologia della Regione che episodi simili, anche se non protratti nel tempo, si erano già registrati in loco. Si esaurirono col tempo».

BOATI: SI ANALIZZANO I DATI DEI SISMOGRAFI
Fine settimana di silenzio per gli abitanti del Fadalto


VITTORIO VENETO - Da oggi, lunedì, i tecnici del Centro di Ricerche Sismologiche di Udine e quelli della Regione Veneto sono al lavoro per analizzare i dati raccolti dai vari sismografi mobili e fissi collocati sul territorio.

«Sono cinque i sismografi in azione per capire la natura dei boati - spiega il sindaco Gianantonio Da Re che ieri, domenica, si è recato in Fadalto tra la gente e che invita a mantenere la calma, evitando inutili allarmismi - e in qualche giorno avremo i primi risultati».

Venerdì scorso i tecnici del centro udinese hanno potuto scaricare i primi dati rilevati dal sismografo posizionato già lo scorso mercoledì in un'abitazione di Fadalto Basso e da oggi, dunque, parte l'analisi dei dati.

Risale alle 3 dell'alba di sabato l'ultimo boato avvertito dalla popolazione del Fadalto (dato alle 19 di domenica): un boato di media intensità, così è stato catalogato da una delle due persone che, già da diversi giorni, si è resa disponibile a monitorare i boati, dati che vengono poi trasmessi al comando della Polizia Locale e ai carabinieri. «Stiamo vivendo qualche ora di tranquillità» fa sapere Giuseppe Berton di Borgo Faè a Fadalto Basso.

Intanto oggi, lunedì, il presidente del quartiere della Val Lapisina, Silvano De Nardi, protocollerà in prefettura a Treviso la richiesta di un incontro pubblico tra amministrazione e popolazione per fare chiarezza sugli eventi, richiesta che nei giorni scorsi era stata depositata anche in municipio.

venerdì 28 gennaio 2011

Boati in Fadalto - agg12

DUE NUOVI SISMOGRAFI PER MONITORARE IL FADALTOOggi i funzionari del centro triestino analizzeranno i primi dati forniti dal sismografo installato a Fadalto Basso


VITTORIO VENETO - Sono due i nuovi sismografi che oggi, venerdì, vengono installati nell'area del Fadalto per monitorare la zona che nelle ultime settimane registra strani boati.

«Un sismografo - spiega l'assessore alla Protezione Civile, Mario Rosset - verrà piazzato in Alpago, l'altro sul Nevegal. Con questi strumenti - aggiunge - potremmo avere una precisa rappresentazione grafica del fenomeno e attribuirgli così un'origine certa, evitando il dilagare di ipotesi che si sono susseguite in questi giorni».

Sale dunque a tre il numero di sismografi che l'Osservatorio Sismico di Udine-Trieste ha installato sul territorio, il primo, mercoledì, in un'abitazione di Fadalto Basso. A questi si aggiunge la centralina presso la scuola media Da Ponte, nella zona sud della città.

Le pattuglie della Polizia Locale continuano anche in queste ore a tenere monitorato il territorio anche grazie alla collaborazione di due residenti che si sono offerti di segnalare al Comando municipale i vari boati che avvertono nell'arco della giornata.



«I dati che riceviamo - spiega la Comandante della Polizia Locale, Angela Zoppè - vengono poi inviati ai Carabinieri di Vittorio Veneto che sono in stretto contatto con il Centro Sismico di Trieste. Oggi da Trieste arriveranno anche i funzionari che potranno analizzare i primi dati forniti dal sismografo posizionato in Fadalto Basso».

«E' bene - sottolinea il Comandante, anche a seguito di alcune telefonata ricevute nelle ultime ore - evitare inutili allarmismi: la situazione è monitorata ed è bene anche sapere che il comune dispone di un piano di Protezione Civile».

Martedì il vertice in Regione, mentre per mercoledì sera sono state convocate in Municipio tutte le associazioni di volontariato del vittoriese che operano nel campo della Protezione Civile.

Stamattina sono due i boati di lieve intensità avvertiti dalla popolazione tra le 5,45 e le 7,00, mentre ieri sera dalle 23 alle 24 ne sono stati avvertiti tre, uno lieve e uno medio forte. Dati, questi, che sono stati comunicati al Comando di Polizia Locale.

Boati in Fadalto - agg11

BOATI IN FADALTO: VERTICE IN REGIONE
Nuovi boati sono stati avvertiti dalla popolazione anche ieri


VITTORIO VENETO - Non si fermano le indagini e i rilevamenti sul territorio a seguito dei boati avverti ormai da più di un mese in Fadalto.
Dopo il posizionamento, mercoledì, di un sismografo in un'abitazione di Fadalto Basso, da ieri gli esperti sono al lavoro anche per analizzare i dati forniti dalla centralina installata presso la scuola media Da Ponte e in grado di rilevare i movimenti della terra.
La prossima settimana, martedì, in Regione si svolgerà un vertice al quale parteciperanno i responsabili della Polizia Locale e Protezione Civile del comune di Vittorio Veneto.

Boati in Fadalto - agg10

Anche la provincia di Belluno tiene sotto osservazione la situazione del Fadalto.
Da ieri infatti è stato deciso un monitoraggio delle segnalazioni dei boati attraverso la struttura dei Vigili del Fuoco di Belluno.
La popolazione è stata invitata a segnalare eventuali fenomeni di boato al numero di soccorso 115.
Nel frattempo la provincia di Belluno, quella di Treviso e la Struttura Regionale di Protezione Civile verificano i primi dati del sismografo mobile installato dal Centro Ricerche Sismologiche su incarico della Regione Veneto.
Nel frattempo anche un tecnico del Dipartimento Nazionale verificherà i dati a disposizione per capire la causa di questi effetti sonori.

Boati in Fadalto - agg09

da La Tribuna di Treviso
Ancora boati sul Fadalto, pronto il piano di evacuazione
Il piano è stato predisposto dalla Protezione civile. L'autostrada A27 sarebbe la principale via di fuga.


I boati sul fadalto si ripetono, di giorni e di notte, anche mezza dozzina nelle 24 ore. E la popolazione ha paura. Tutti pensano a L'Aquila e ai 6 mesi di scosse che precedettero il rovinoso sisma.

Anche il presidente della Regione, Luca Zaia si dice preoccupato, «anzi preoccupatissimo» ma invita a «non creare allarmismi».

Ecco perché la Protezione civile ha messo a punto, nel massimo riserbo, i piani di evacuazione in caso di emergenza.

«Sono gli stessi pronti da anni - puntualizza Carlo Celso, che coordina i 300 volontari distribuiti nelle 6 associazioni del territorio comunale - e che abbiamo perfezionato di recente».

Prevedono, tra l'altro, che lo stadio di atletica si trasformi in una grande tendopoli e che i campi da calcio diventino aree di raccolta (come pure la piana degli Alpini, sopra Nove, luogo ideale per l'atteraggio degli elicotteri).

Il piano prevede anche vie di fuga che non siano a rischio. L'A27 è la principale. In caso di terremoto, infatti, diventerebbe problematico attraversare la stretta di Serravalle e il centro del quartiere.

Sarà aperta, in caso di necessità, nel giro di pochi minuti anche la «sala della crisi», da cui saranno coordinati i soccorsi o, comunque, le iniziative di aiuto.

Sia l'assessore di competenza, Mario Rosset, che il suo collega Bruno Fasan (nella foto), sottolineano, «con orgoglio», che il «modello Vittorio Veneto» di Protezione civile è quello più affidabile, in ambito provinciale e regionale. Vi fanno parte anche i Comuni dell'hinterland.

Ecco, perché con ansia si attendono in città i riscontri del sismografo installato a Fadalto Basso dall'istituto di Oceonografia di Trieste. I tecnici saranno oggi in Val Lapisina per rilevare i primi dati.
Ieri, intanto, il Dipartimento di protezione civile ha inviato a Vittorio un esperto per raccogliere ed esaminare i dati della microsismicità raccolti dalla centralina installata alla scuola media Da Ponte.

«Di questa situazione sono fortemente preoccupato, anche se invito a non fare allarmismi - dichiara il governatore Luca Zaia - dobbiamo andare a fondo delle cause dei boati, capire puntualmente se si tratta di scosse telluriche, e questo per la massima tutela dei cittadini. Io credo che il mondo scientifico sia in grado di dirci che cos'è - insiste - Ed è bene che lo faccia velocemente. La storia dei nostri territori è ad altissima sismicità. Per Vittorio Veneto sarebbe un autentico disastro, come ammettono i tecnici; non voglio nemmeno pensarci».

Martedì prossimo una delegazione del Comune, con a capo la comandante della polizia locale, Angela Zoppè, sarà in Regione, presso la protezione civile, per nuovi ragguagli. Mercoledì sera, in municipio, un vertice per fare il punto della situazione e prendere eventuali provvedimenti. Nei prossimi giorni arriveranno nuovi sismografi da installare in tutta la valle. Oltre che in città, dove però non si avvertono i boati.

giovedì 27 gennaio 2011

Boati in Fadalto - agg08

da Il Gazzettino di Treviso

Un forte botto. Qualche cosa di simile a un detonazione. Quanto bastava, ieri sera, per seminare il panico tra gli abitanti delle propaggini vittoriesi aperte al Fadalto. Erano circa le 19 quando il boato è stato avvertito. E non era la prima volta, visto che qualcosa di simile era avvenuto una decina di giorni fa. Qualcuno ha pensato a una violenta scossa di terremoto. E si è attaccato al telefono chiamando il centralino dei vigili del fuoco. Voci allarmate, che raccontavano l’accaduto. C’è stato chi ha riferito di aver sentito tremare la casa. Le comunicazioni venivano dalle vie Gaviol, Banche e Fadalto Alto. I pompieri sono subito partiti per una ricognizione in zona. Il fenomeno si è ripetuto anche alla presenza dei pompieri. Difficile dare una spiegazione.

Qualcuno ha messo in relazione al fatto le scosse sismiche avvertite a Caneva (alle 16.58 di ieri: 1,9 scala Richter), nel Pordenonese, e a Trichiana (alle 14.14: 1.6 Richter), nel Bellunese. Le due scosse, quasi impercettibili - secondo gli esperti - potrebbero aver causato un movimento della faglia locale. Ciò determina spesso rumori simili a sordi boati.

da La Tribuna di Treviso

Boati del Fadalto: «Le falde che si riassestano»
Il geologo Della Libera sul rischio terremoto: si mettano a norma ospedale e scuole

VITTORIO VENETO. Le falde freatiche della Val Lapisina, il serbatoio d'acqua della Marca, sono gonfie e cercano nuovi sfoghi. I boati avvertiti nei giorni scorsi in valle potrebbero essere stati provocati da questi assestamenti. L'ipotesi è emersa in un convegno, l'altra sera, presso la sede della Comunità montana a Vittorio. Antonio Della Libera, il più accreditato geologo del Vittoriese, già sindaco, che teneva la relazione, ha detto che il problema delle falde a Nord di Vittorio Veneto «è delicato, complesso e merita interventi rapidi». Una quindicina di case sono andate sott'acqua, nelle settimane scorse, per l'innalzamento dei corsi d'acqua sotterranei. Due le falde principali che attraversano la valle. La più importante scende verso Serravalle, a 30 metri di profondità, sale a San Giacomo fino a 18 e finisce nel Piave. La seconda falda raccoglie le acque del sistema carsico del Col Visentin e delle montagne verso Revine e Cison ed è quella che dà più problemi. Il torrente Piaveson di Revine, quasi sempre all'asciutto, è ritornato in piena attività. «Realizzeremo una condotta ai piedi del Visentin - fa sapere l'assessore alle opere pubbliche, Bruno Fasan - per raccogliere le acque e portarle nel Meschio, verso valle, evitando in questo modo che riempiano di nuovo le case». Nel convegno dell'altra sera Della Libera ha affrontato anche la problematica dei terremoti. «Escludo - ha precisato - che quei boati scaturiscano da sommovimenti tellurici. E' pur vero che in mille anni l'area ha registrato 54 terremoti, l'ultimo, davvero disastroso, nel 1936. Si tratta di una media di 5 ogni 100 anni. Occorre intervenire per mettere in sicurezza gli immobili, a cominciare da quelli pubblici». In città sono fuori norma (anti-sismica) la maggior parte delle scuole, il municipio, lo stesso ospedale di Costa. Ma l'area più a rischio sarebbe quella di Ceneda.

mercoledì 26 gennaio 2011

Boati in Fadalto - agg07

Dal portale www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it

Vittorio Veneto, boati misteriosi Interviene il Dipartimento
Dalla Protezione civile di Roma in arrivo sismografi specifici per monitorare il sottosuolo di Fadalto. Ieri summit con il prefetto

La macchina istituzionale inizia a muoversi per cercare una spiegazione al curioso caso di Fadalto, nella Val Lapisinia, dove da alcuni giorni gli abitanti vengono svegliati nel cuore della notte da misteriosi boati provenienti dal sottosuolo. Esplosioni così fragorose da far tremare i vetri di casa e ingenerare preoccupazione non solo tra i cittadini, ma anche nel sindaco: si è subito pensato ad una frana, poi ad un terremoto, infine a movimenti della falda freatica; un'ipotesi quest'ultima da considerare come la più attendibile.

Nessuna attività invece hanno registrato i sismografi del locale istituto di Geofisica e Vulcanologia; a sostituirli a breve saranno quelli della Protezione civile nazionale, invocata dal prefetto durante una riunione operativa ieri pomeriggio: quellao di Vittorio Veneto è ora a tutti gli effetti un problema di sicurezza nazionale.

Nel frattempo i residenti hanno inviato una lettera aperta al sindaco tramite la Pro Loco di Fadalto. Il documento è stato protocollato e sarà a breve affisso negli spazi pubblici della Vallata. I cittadini chiedono quale sia la posizione assunta dal sindaco e quali provvedimenti saranno adottati "per garantire nei limiti del possibile la tranquillità dei residenti» in riferimento a quella zona della vallata "interessata dagli allarmanti eventi di carattere sismico o parventi tali, che da qualche tempo con carattere via via più consistente interessano quest'area".

Boati in Fadalto - agg06

E' di poco fa un aggiornamento con la Sala Operativa Regionale.
Da quanto emerge dalle prime verifiche si sono ufficialmente escluse cause antropiche quali lavori alle centrali Enel della zona o attività di cava.
Al fine di vedere e studiare una correlazione tra eventuali fenomeni sismici e i boati uditi dalla popolazione è stato dato incarico al Centro Ricerche Sismologiche di Udine, facente capo dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS, di installare un rilevatore sismico mobile per la rilevazione dei tremori e degli eventi sismici.
Nel frattempo alcune informative sono state inviate da parte della Prefettura e della Provincia di Treviso al Dipartimento Protezione Civile.

Ecco di seguito la notizia riportata anche dal portale www.oggitreviso.it

INSTALLATO UN SISMOGRAFO IN FADALTO
Il quartiere chiede al sindaco una riunione con la popolazione per aggiornarla sui fatti

VITTORIO VENETO - Un nuovo boato è stato avvertito dalla popolazione del Fadalto questa mattina, mercoledì, verso le 8.20. Cresce la paura tra i residenti perchè ad oggi ancora non è nota la causa di questi eventi; intanto la macchina di esperti si è messa al lavoro.

«Oggi - spiega il sindaco Gianantonio Da Re - è stato installato un sismografo da parte dell'Osservatorio Sismico di Udine. E' stato posizionato in un'abitazione di Fadalto Basso, dietro alla centrale dell'Enel».

«Il Prefetto di Treviso - aggiunge il sindaco - ha segnalato questi boati al Dipartimento di Roma, mentre la Regione ha incaricato l'ingegner Tonellato di coordinare le operazioni».

Questa mattina il presidente del Quartiere della Val Lapisina ha protocollato in municipio una lettera indirizzata al sindaco. «Chiediamo - spiega Silvano De Nardi - che l'amministrazione organizzi una riunione con la popolazione del Fadalto, affinchè possa aggiornarla sui fatti».

Boati in Fadalto - agg05

BOATI IN FADALTO: INDAGHERÀ IL DIPARTIMENTO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE
Il sindaco Da Re con le forze dell'ordine in sopralluogo nell'area


VITTORIO VENETO - Vertice ieri, martedì, in città per dare una risposta ai residenti del Fadalto che da settimane avvertono misteriosi boati a tutte le ore del giorno e della notte.

Sindaco, uomini della Forestale e dei Vigili del Fuoco, tecnici comunali e Polizia Locale, Carabinieri e personale dell'Enel hanno eseguito ieri mattina un sopralluogo nella zona.

«Questa mattina (ieri ndr) c'è stata un'ispezione della centrale dell'Enel con i suoi tecnici - spiega il sindaco Gianantonio Da Re - e abbiamo appurato che l'Enel non centra nulla».

Proprio in queste ore la società che produce energia elettrica ha diramato una nota alla stampa in cui precisa che «le centrali di Fadalto e Nove sono in regolare esercizio e non è stata rilevata alcuna anomalia. Da parte nostra - aggiungono - sottolineiamo che non sono in corso lavori particolari sui gruppi di produzione o sulle opere idrauliche tali da provocare rumori anomali».

Dunque l'ipotesi che i rumori possano essere collegati in qualche modo alla presenza delle centrali Enel è stata ieri scartata.

«Appurato che i boati non sono frutto di scoppi di superficie e avendo eliminato fattori come l'Enel, l'autostrada o la cava sopra il Fadalto abbiamo capito che il boato viene dal sottosuolo e può essere di natura geologica o sismica. Abbiamo concordato di avvisare il Prefetto, la Regione Veneto e la sua Protezione Civile e il Dipartimento di Stato a Roma, affinchè invii i propri tecnici e strumenti per rilevare l'eventuale natura di questi scoppi».

«A questo punto - chiude il sindaco - preferiamo dare tutto in mano al dipartimento di stato. Cercheremo di monitorare la zona per capire la natura di questi boati».

Intanto tra i residenti cresce la paura. Confermate le scosse di terremoto registrate nella sera e notte di domenica, così come documentato dal Centro Ricerche Sismologiche di Trieste. La magnitudo delle tre scosse registrate domenica 23 ha toccato al massimo 2,1 punti della scala Richter.

martedì 25 gennaio 2011

Boati in Fadalto - agg04

dal portale www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it

Vittorio Veneto, il mistero dei boati Provengono dal sottosuolo, escluso il sisma
Sulla statale 51, nei pressi del valico di Sella di Fadalto, gli abitanti avvertono da giorni rumori provenienti dal sottosuolo. I geologi: "Non è un terremoto"
Martedi 25 Gennaio 2011 - Dal territorio
Potrebbe essere un racconto di Philip Dick: a Fadalto, nei pressi di Vittorio Veneto, la terra trema dal profondo e se ne ignorano le cause. Gli abitanti raccontano di vere e proprie esplosioni provenienti dal sottosuolo, boati che fanno tremare i vetri e ingenerano il meccanismo della psicosi collettiva. Racconta una testimone: "Mi è capitato più di qualche volta di essere svegliata di soprassalto e di pensare subito alla tenuta delle nostre montagne"; un altro riferisce di "qualcosa di simile ad esplosioni in galleria", per via del fragore delle esplosioni.
Il sindaco di Vittorio Veneto denuncia pubblicamente la sua preoccupazione: "Ormai è stato escluso che si tratti di scoppi in superficie, dovuti magari all'accensione di petardi. Quei suoni provengono dal sottosuolo e, par di capire, anche da una certa profondità. Proprio per questo siamo molto preoccupati".

Ecco dunque il mistero della Val Lapisina, la vallata che lungo l'ossatura dell'Alemagna si incunea tra le Prealpi, mettendo in comunicazione l'Alta Marca con l'Alpago, attraverso il valico di Sella di Fadalto. Proprio qui sorge una centrale idroelettrica dell'Enel, anche se pare improbabile che sia quest'ultima la causa dei fenomeni. Bisogna tenere presente che tutta la zona è sismica, ma i geologi intervenuti finora (informalmente) tenderebbero ad escludere la tesi di un terremoto, propendendo piuttosto per una spiegazione freatica: in altre parole, sarebbero i movimenti di una falda di profondità ripiena d'acqua a scatenare i boati.

Gianni Zecca

Boati in Fadalto - agg03

Ecco due mappe a diversa scala degli eventi sismici dell'ultimo anno intorno alla zona oggetta dei boati
Coordinate della zona dei boati
Lat 46 - 46.5
Long 12 - 12.5

Boati in Fadalto - agg02

dal portale Oggi Treviso www.oggitreviso.it


BOATI IN FADALTO: DA OGGI INDAGANO GLI ESPERTI
Due le ditte contatte dal comune per dare una risposta alla popolazione


VITTORIO VENETO - Tecnici al lavoro nelle prossime ore per indagare la causa dei boati avvertiti ormai da diverse settimane in Fadalto e che domenica hanno di nuovo portato la paura tra i residenti.

«Ieri abbiamo contattato due società specializzate nell'analisi di microtremori e terremoti e richiesto loro un preventivo - spiega l'assessore Bruno Fasan che risiede in Val Lapisina - e oggi affideremo l'indagine. Si tratta di due società, una di Bergamo e l'altra di Piacenza, suggeritemi da esperti».

Intanto tra la popolazione si fanno avanti numerose ipotesi su questi boati. C'è chi dice si tratti di colpi d'ariete sui pozzi piezometrici delle centrali Enel, chi di jet che hanno superato la barriera del suono, chi di esplosioni nelle vicine cave e chi di scosse di terremoto.

In attesa che gli esperti si esprimano l'assessore Fasan anticipa: «I geologi hanno escluso movimenti tellurici della terra, io non escludo niente: i boati si avvertono a tutte le ore, qualcosa pure ci sarà. Coinvolgeremo Arpav, Forestale e Carabinieri, speriamo un risultato arrivi».

Boati in Fadalto - agg01

Da alcune settimen si rilevano nella zona del Fadalto, a nord di Vittorio Veneto una serie di boati che stanno facendo crescere la preoccupazione tra la popolazione.
Eccovi una serie di articoli sulla questione.

da Corriere del Veneto
Fadalto, boati nella notte. E' panico tra i residenti
Da alcune settimane vengono avvertiti misteriosi botti. Giallo sulle cause: terremoto o lavori alla centrale dell'Enel?

È giallo su una serie di oscuri boati in Fadalto. Da alcune settimane a questa parte, ma con particolare frequenza in quest’ultimo weekend, la località a nord di Vittorio Veneto è teatro di misteriosi botti che vengono avvertiti soprattutto di notte. A sentirli, spesso nel cuore della notte, sono in particolare gli abitanti di Fadalto Basso e Fadalto Alto, frazioni abbarbicate lungo la Statale 51 di Alemagna, al confine tra le province di Treviso e Belluno. Ad esprimere preoccupazione non sono comunque solo i residenti, bensì anche gli amministratori locali, pure alla luce delle segnalazioni presentate dai carabinieri e dai vigili del fuoco. Il distaccamento dei pompieri si trova a Nove, centro abitato situato subito a ridosso della zona interessata dall’allarmante fenomeno. Tante le ipotesi sulle cause, ma nessuna certezza: avvisaglie di un terremoto, assestamenti delle falde, lavori di manutenzione alla centrale idroelettrica dell’Enel? Molte domande, ma ancora nessuna risposta. Proprio per questo per le prossime ore si attendono sviluppi da un incontro tra i vari enti coinvolti.
A.Pe.
24 gennaio 2011


dal portale Oggi Treviso www.oggitreviso.it

NUOVO MISTERIOSO BOATO IN FADALTO
Avvertito nella zona dei Laghi Blu. Molte le chiamate ricevute dai Vigili del Fuoco


VITTORIO VENETO - Non è il primo boato quello avvertito ieri sera, domenica, verso le 18, in Fadalto.
Da ormai alcune settimane molti abitanti del Fadalto avvertono dei boati a ore differenti della giornata. Cosa sia a causarli, ad oggi ancora non è ben chiaro.
«Non si riesce a capire da dove vengono - spiega Antonio Della Libera, geologo ed ex sindaco della città che abita proprio in Val Lapisina - penso sia qualcosa comunque a livello superficiale. Se fossero dei terremoti - precisa - i sismografici avrebbero rilevato i movimenti della terra». E la paura tra i residenti che quei boati fossero delle scosse di terremoto, ad oggi non confermate dai sismografici, era nata proprio dall'alta sismicità con cui è classificata la zona.
Fatto sta che anche ieri sera un nuovo boato è stato avvertito nella zona dei Laghi Blu. Diverse le segnalazioni arrivate al 115 da residenti in via Gaviol, Banche e Fadalto Alto.
«Mancavano due minuti alle 18 - racconta Silvano De Nardi, presidente di quartiere della Val Lapisina, riportando la testimonianza ricevuta da una persona che si trovava lì in quel momento - e nella zona dei Laghi Blu si è sentito un boato e questa persona mi ha detto di aver avvertito anche il terreno tremare. Di certo va appurata se si è trattata di una scossa o di uno dei boati di cui ad oggi, ancora, non sappiamo l'origine. La cosa - chiude - è più preoccupante di quanto si pensi e dovrebbe essere al più presto verificata».
Per far luce su questi eventi già da una decina di giorni sono al lavoro gli uomini della Polizia Locale e della protezione civile, Vigili del Fuoco e geologi.
Questa mattina sul sito dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia non viene segnalato alcun terremoto nella zona del Fadalto registrato nel tardo pomeriggio di ieri. L'elenco riporta solo una scossa di magnitudo 1,4 alle 21,16 UTC nel distretto sismico delle Prealpi Venete con epicentro tra Ponte delle Alpi, Soverzene e Belluno.
«La zona è stata monitorata - precisano questa mattina i Vigili del Fuoco - c'è stata una piccola scossa di terremoto e si sono avvertiti degli scoppi che stiamo tenendo sotto controllo».

giovedì 20 gennaio 2011

VENETO ALLUVIONATO 2010

di Giorgio de Luca
articolo pubblicato sul portale Sistema Protezione Civile link alla pubblicazione

Con queste parole VENETO ALLUVIONATO la Regione Veneto e il Commissario Straordinario per l’Emergenza ha voluto sottolineare l’evento calamitoso che si è abbattuto sul territorio Veneto tra il 31 ottobre ed il 2 novembre 2010.A distanza di più di due mesi dall’evento l’intera struttura di Protezione Civile, le diverse unità del Genio Civile Regionale, gli Enti Locali sono ancora all’opera e nel pieno della loro attività per il completo rientro alla normalità e per il ripristino dei luoghi colpiti dagli eventi, coadiuvati dal Commissario Straordinario per l’emergenza. Negli ambienti del volontariato ci si interroga su più fronti su quando avverrà un de briefing della nuova emergenza che il Sistema Regionale di Protezione Civile si è trovato a fronteggiare. 

Nell’attesa di questo importante momento di verifica e confronto tra tutte le componenti amministrative e del volontariato proviamo qui a ripercorrere quanto accaduto in quei drammatici giorni e a proporre alcune riflessioni.

Nei giorni precedenti gli eventi le previsioni metereologiche ad ogni livello (istituzionali, professionali ed amatoriali) avevano segnalato la possibilità di una serie di eventi precipitativi particolarmente abbondanti.Proprio l’evoluzione metereologica e le previsioni avevano permesso al CFD Centro Funzionale Decentrato della Regione Veneto di dichiarare lo stato di allarme già nella giornata del 30 ottobre dalle ore 8:00 di domenica 31.10.2010 e fino alle 14 di martedì 02.11.2010 anche alla luce dell’Avviso di Condizioni Meteo Avverse e dell’Avviso di Criticità Idrogeologica ed Idraulica emanati dallo stesso CFD.Da subito è iniziata in tutto il territorio regionale un attenta attività di monitoraggio e di aggiornamento tramite bollettini nowcasting e continui aggiornamenti da parte del CFD.Già dal pomeriggio del 31 ottobre le aste fluviali che registravano aumenti importanti continui erano state messe sotto stretto monitoraggio.Fin dalle prime ore del mattino del 01 novembre si era percepito che la giornata sarebbe stata lunga e complessa, viste le prime situazioni che si andavano delineando intorno ai corsi fluviali del Brenta e del Bacchiglione nei tratti vicentini. Nel corso della giornata gli eventi di tracimazione, rotture ed allagamenti si sono allargati a macchia d’olio alle altre aste fluviali principali e ai corsi minori causando diverse chiusure sulla rete stradale a partire dall’autostrada A4 nelle vicinanze di Soave.Nel tardo pomeriggio si contavano circa 3000 persone sfollate nel vicentino, mentre si iniziavano a registrare i primi problemi al sistema fluviale del Frassine e del Bacchiglione nel padovano.A questo punto la macchina dei soccorsi era già partita con l’attivazione delle diverse Sale Operative e diverse unità di crisi presso le prefetture, coadiuvate dalla Sala Operativa Regionale, con l’attivazione delle varie componenti di Protezione Civile e del volontariato. Numerosi sono stati anche i mezzi dei Vigili del Fuoco arrivati in supporto nelle zone colpite di Vicenza e di Padova dagli altri comandi provinciali.Dalla serata del 01 novembre è diventato frenetico ed incessante il lavoro di Vigili del Fuoco e Protezione Civile impegnati in monitoraggio, svuotamenti di edifici allagati, controllo dei livelli idrometrici mediante l’ausilio di motopompe ed idrovore arrivate da tutta la Regione, oltre che per i primi interventi legati a smottamenti che si sono iniziati a registrare specie nelle zone pedemontane a causa della saturazione dei terreni.La situazione era apparsa in tutta la sua drammaticità richiamando l’attenzione nazionale.Il 02 novembre infatti sono entrate in azione anche unità dei Vigili del Fuoco e componenti delle Strutture di Protezione Civile delle regioni limitrofe in supporto al personale già operante sul territorio.Fin dalle prime ore si sono registrati continui sfiori, cedimenti e rotture di argini, smottamenti e frane e allagamenti. Nella mattinata l’attenzione del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile si è resa concreta con il sorvolo delle zone colpite da parte del Capo del Dipartimento Guido Bertolaso che ha offerto ed assicurato il supporto della componente Nazionale di Protezione Civile e l’aiuto del Governo.Importanti anche le ripercussioni sulla viabilità principale e secondaria, specie nel padovano dove la situazione è diventata ora dopo ora drammatica per il sistema fluviale del Bacchiglione, mentre nel trevigiano erano il Livenza e la Piave a destare le principali preoccupazioni.Nel comune di Ponte San Nicolò in provincia di Padova si è verificata nel pomeriggio una nuova importante rottura lungo il Bacchiglione che ha causato l’allagamento di altri comuni, tra cui Casalserugo il più colpito con l’80% del territorio comunale allagato.L’attenzione a questo punto dell’intera Struttura era concentrata sui due grandi fronti dell’emergenza, Vicenza e Padova, mentre su tutto il resto del territorio regionale si tamponavano le difficoltà che comunque continuavano a presentarsi.Continue sono state le evacuazioni e gli interventi di soccorso e tecnico-urgenti per mettere al sicuro la popolazione.Finalmente dal 03 novembre il Sistema di Protezione Civile era operativo e a pieno regime, cosa che ha concesso oltre di seguire l’evoluzione dell’evento e gestire le criticità che man mano si presentavano, di iniziare un attento lavoro di rilevamento dei punti più critici e messa in sicurezza degli stessi mediante il posizionamento di paratie, puntellamenti e quant’altro fosse necessario. Lavoro che ovviamente è continuato in maniera costante ed incessante anche nei giorni seguenti con continui sopralluoghi ed interventi. Dal 04 novembre alle forze già in campo si sono aggiunte unità di Protezione Civile da tutto il nord italia in primis il Friuli Venezia Giulia che ha attivato un’intera Colonna Mobile.Grazie al crescente numero di persone sui luoghi così duramente colpiti si è iniziato a delineare un quadro più chiaro dell’intera situazione, di quanto era successo, dei danni riportati. A partire dal 04 novembre, molte sono state le verifiche ed i sopralluoghi agli smottamenti e alle frane che si erano messi in movimento nei giorni precedenti, causando anche l’interruzione o la chiusura di diverse strade. Tra queste frane da ricordare le due più grosse e che ancora risultano sotto stretto monitoraggio, quella del Rotolon in comune di Recoaro VI e quella di Santo Stefano in comune di Valdobbiadene TV.Nei giorni successivi si sono susseguiti numerosissimi interventi tecnico-urgenti dovuti agli alti livelli idrometrici di tutte le aste fluviali.Inoltre in quei giorni è iniziata una fase importante di rilevazione e censimento dei danni sia da parte degli Enti Locali sia da parte dei privati.A partire dal 10 novembre le Sale Operative hanno smesso di registrare interventi tecnico-urgenti svolti dai Vigili del Fuoco e collegati con gli eventi alluvionali.Era quindi iniziato, di fatto, il lungo percorso e il lungo lavoro di rientro alla normalità e di ripristino dei luoghi, delle infrastrutture e di riattivazione di tutti i servizi essenziali.A sole due settimane dal primo evento però un nuovo peggioramento seguito dal CFD e dalla Sala Operativa Regionale ancora attiva in maniera ininterrotta dal 30 ottobre ha fatto scattare una nuova dichiarazione di Allarme da parte del CFD della Regione Veneto. Alla luce di quanto accaduto all’inizio del mese di novembre diverse sono state le Sale Operative che hanno riattivato le Unità di Crisi, in testa Vicenza e Padova. Il nuovo forte peggioramento ha velocemente riacutizzato la situazione di emergenza facendo registrare nuovi allagamenti e smottamenti di certo di minore entità rispetto a quelli del primo evento. Dopo un primo momento di preoccupazione si è però compreso che ci si trovava di fronte ad un evento meteorologico di minore intensità rispetto a quello che aveva provocato la calamità nel territorio veneto. Il nuovo peggioramento è infatti passato senza provocare gravi situazioni emergenziali e di pericolo, ma facendo riacutizzare la paura nella gente che poco tempo prima aveva già vissuto un’esperienza dura e profonda. Il 19 novembre è stata dichiarata conclusa la fase emergenziale dell’evento alluvionale 2010 su tutto il territorio regionale del Veneto vedendo anche la Chiusura di tutti COM, le Unità di Crisi e le Sale Operative, compresa quella Regionale.Da quel momento l’intera situazione è passata sotto la guida dal Commissario Delegato dal Governo per il superamento dell’emergenza. Nel frattempo, da quei giorni ad oggi, è stata continua l’opera di monitoraggio, rimessa in sicurezza e ripristino del territorio. Nonostante questo però c’è da registrare che sono state molteplici le ripercussioni sul territorio segnato da questi eventi e ancora visibili. Inoltre ad ogni evento piovoso in questi mesi si registra un riacutizzarsi delle situazioni più delicate e si registrano nuovi piccoli smottamenti, o allagamenti di qualche campo o situazioni minori divenute oramai quotidiana routine e provocate dalla saturazione dei terreni messi sotto stress dal continuo inzuppamento.A conclusione di questa emergenza che ha coinvolto pesantemente la Regione Veneto possiamo sicuramente riflettere su alcuni aspetti importanti della Struttura di Protezione Civile regionale.Un primo aspetto è la risposta sempre pronta, veloce e generosa del volontariato di protezione civile, pronto a mobilitarsi per il soccorso e l’aiuto delle popolazioni in difficoltà. Più volte i volontari del Veneto hanno dimostrato queste qualità mobilitandosi e fornendo un servizio di alto livello sia dal punto di vista tecnico operativo che dal punto di vista umano.Nonostante questo bisogno riflettere in secondo luogo su alcune dinamiche di Protezione Civile quali per esempio il funzionamento del CFD con i suoi punti di forza e le sue debolezze, le comunicazioni tra enti nel momento della previsione e dell’emergenza, il livello di preparazione di tutti gli enti preposti, specie quelli a livello locale, a far fronte a situazioni simili per mancanza generale di una cultura di Protezione Civile, l’uniformità e la fluidità tra i vari enti nell’intervento di Protezione Civile.Su queste e su altre modalità operative bisognerà continuare a ragionare cercando di creare una vera cultura della Difesa e della Protezione Civile lavorando in tempo di pace nei campi della prevenzione, della ricerca e della formazione, aprendola non solo al volontariato di settore, ma a tutta la popolazione che fa parte a tutti gli effetti della struttura di Protezione Civile in qualità, al verificarsi di un’emergenza, di spettatori e calamitati.





mercoledì 19 gennaio 2011

Articolo VENETO ALLUVIONATO 2010

E' stato pubblicato sul portale http://www.sistemaprotezionecivile.it/ un mio articolo dal titolo
VENETO ALLUVIONATO 2010
per rileggere e riflettere sull'evento calamitoso che ha così pesantemente colpito la Regione Veneto

Potete leggerlo a questo link http://www.sistemaprotezionecivile.it/?page=articolo&id=3119&apri=2

martedì 18 gennaio 2011

2011 anno di ricerche e collaborazioni

Il 2011 si preannuncia un anno intenso per quanto riguarda le ricerche e le collaborazioni nei diversi campi di interesse quali lo studio dei terremoti, la protezione civile e varie tematiche affini.

Anche a livello professionale è iniziata un’intensa attività di studio, ricerca e consulenza sulle tematiche della Difesa e Protezione Civile, precedentemente svolta a livello amatoriale e di volontariato.

I primi risultati...
Da gennaio 2010 faccio parte della redazione, in qualità di collaboratore, della rivista elettronica Sistema Protezione Civile www.sistemaprotezionecivile.it

Continuano diverse collaborazione con gruppi di lavoro e sezioni ARI sui temi dei precursori sismici elettromagnetici.

Allora buon anno e buon lavoro a tutti.
A presto per nuovi aggiornamenti

Paolo Nespoli dalla ISS

Oggi l'amico Stefano SWL I3-2728VE mi ha fatto avere un'interessantissima registrazione della ISS in lingua italiana.

Eccovi la presentazione ed il link per ascoltarla sul suo sito.

Nell'ambito delle attività a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sono programmati periodicamente contatti radio tra istituti scolastici e gli astronauti. Con la missione "MagISStra" dal 15 dicembre è in orbita l'Italiano Paolo Nespoli per una durata di sei mesi.
Oggi , vista l'orbita favorevole, era il turno dell' "Istituto Comprensivo Ladispoli" di Ladispoli (RM).

I ragazzi, aiutati da un team di volontari, hanno avuto modo di porre un pò di domande al nostro astronauta.


http://www.thewebfactory.it/hosted/i2782ve/paolo-nespoli-dalla-iss.html

venerdì 14 gennaio 2011

Terminata l'attività eruttiva dell'Etna


Etna: stato di attività al 13 gennaio 2011

Dall’11 gennaio scorso è ripresa l’attività eruttiva dell’Etna. Il Centro Funzionale Centrale per il Rischio Vulcanico del Dipartimento della Protezione Civile come di consueto ha raccolto dati e informazioni dai principali sistemi di monitoraggio e sorveglianza gestiti dai Centri di Competenza.

La sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato nella tarda serata dell’11 gennaio un lieve incremento del tremore sismico sull'Etna ed una ripresa dell’attività stromboliana al cratere a pozzo, localizzato sul fianco orientale del cratere di sud-est.

Il 12 gennaio, in serata, l’attività eruttiva dell’Etna si è intensificata. Le reti di monitoraggio hanno infatti registrato un incremento del tremore vulcanico, con emissione di cenere associata ad attività stromboliana e un trabocco lavico diretto nella Valle del Bove. La colonna di cenere che si è originata ha raggiunto un’altezza di 2500 m, con dispersione verso sud sud-est. A seguito di questo evento, gli organi direzionali degli aeroporti di Catania – Fontanarossa e Sigonella hanno stabilito la chiusura dell’aeroporto dalle ore 22.10 del 12 gennaio alle 7.30 del 13 gennaio.

Nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, l’attività effusiva dell’Etna è risultata in esaurimento. Persisteva solo una debole attività stromboliana e un trabocco lavico vicino ai Monti Centenari, nella Valle del Bove. Alle 12, non si è più osservata alcuna emissione di cenere. Il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, che in giornata ha effettuato un sopralluogo, ha riportato che la colata lavica, ormai ferma, ha raggiunto il centro della Valle del Bove a quota 1630 m.

A partire dalle ore 15.30 l’attività eruttiva dell’Etna è ripresa con un'emissione di cenere sostenuta, che si è protratta per alcuni minuti, accompagnata da repentino aumento del tremore vulcanico

14 gennaio 2010 - Aggiornamento delle ore 16.30
In seguito alla breve emissione di ceneri che si è verificata ieri, 13 gennaio, intorno alle 15.30, le ultime informazioni disponibili confermano l’assenza di fenomeni eruttivi sull’ Etna, sia effusivi che esplosivi.
Il Centro Funzionale Centrale-Rischio Vulcanico continua nell’attività di vigilanza attraverso contatti diretti con i Centri di Competenza e le strutture di Presidio Territoriale, che proseguono nelle attività di monitoraggio e sorveglianza.
Permane l’Ordinanza di interdizione dell’area sommitale dell’Etna del Prefetto di Catania che proroga fino al 20 gennaio 2011 l’assoluto divieto di accedere al vulcano oltre quota 2920 m - vicino a Torre del Filosofo, sia sul versante nord che sul versante sud.

Evento sismico Abruzzo agg 002

Dopo l'evento principale di magnitudo 3.9 vi sono state una serie di repliche ed eventi minori, il più intenso dei quali di magnitudo(Ml) 3.3 è avvenuto alle ore 19:55:17 italiane del giorno 13/Gen/2011 (18:55:17 13/Gen/2011 - UTC).

La Sala Situazioni Italia del Dipartimento di Protezione Civile comunica che non si riscontrano danni a cose o persone.

domenica 9 gennaio 2011

Evento sismico Abruzzo agg 001

Una scossa sismica è stata registrata oggi in provincia di L’Aquila.
Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico si è verificato alle ore 11.58 con magnitudo 3.9
L’evento è stato avvertito dalla popolazione nei comuni di Magliano De’ Marsi, Avezzano, Tagliacozzo e Celano. L'evento è stato avvertito anche in alcune zone più interne del Lazio.
Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano danni a persone o cose.
Le diverse componenti del Sistema Regionale di Protezione Civile sono ancora impegnate nelle opportune verifiche anche se non sembrano esserci particolari preoccupazioni o problematiche.
Molta è stata la paura, con persone che sono uscite di casa, anche perché la scossa, che è stata brevissima, è stata accompagnata da un forte boato.